DOMANDE PAG.385

 DOMANDE PAGINA 385 



1. CHE COS'È LA DEVIANZA?

Devianza è ogni comportamento non conforme ai canoni di normalità e di liceità di una certa società in un determinato momento storico.

2. PERCHÉ NON ESISTONO COMPORTAMENTI DEVIANTI "IN ASSOLUTO"?

Non esistono comportamenti devianti in assoluto perché la normalità, la devianza si costituiscano solo in rapporto alla loro definizione sociale ha un'immediata conseguenza: nessun comportamento è di per sé deviante e ciò che appare tale in un certo contesto sociale o momento storico non può esserlo in altri tempi e luoghi. Inoltre quando si parla di norme sociali ci riferiamo a una pluralità di regole di condotta, differenti per tipo di legittimazione e grado di obbligatorietà. La loro violazione genera forme molto diverse di devianza, che possono andare dal rifiuto più o meno cosciente delle convinzioni sociali alle forme più efferate di criminalità. Infine l'esistenza di norme diverse per contenuto e tipologia pone problemi di giurisdizione tra le une e le altre norme. Le usanze e i costumi morali non sono ugualmente praticati all'interno della società da tutti i membri, mentre le norme giuridiche, emanate dallo Stato, valgono in modo indifferenziato per tutti gli individui. Può capitare che un soggetto non appaia deviante dal punto di vista dei valori del gruppo sociale a cui appartiene, ma sia considerato tale dal punto di vista della legge o di altri gruppi sociali.

3. QUAL È LA SPECIFICITÀ DELL'APPROCCIO SOCIOLOGICO ALLA DEVIANZA?

La specificità di un approccio sociologico alla devianza è data dal tentativo di mettere in correlazione l'insorgenza di condotte devianti non già con particolari fattori in divi. duali (siano essi di natura biologica, psicologica o semplicemente biografica), ma con determinate variabili di natura sociale.  È all'interno della Scuola di Chicago che nascono i primi studi sul fenomeno della devianza nella forma di ricerche etnografiche su particolari comunità devianti: i vagabondi, protagonisti di "The Hobo" di Nels Anderson; le bande giovanili, analizzate da Frederic Thrasher in "The Gang"; i ladri, a cui è dedicato "The Professional Thief" di Edwin Sutherland. ln queste opere la condotta deviante viene vista come il prodotto di una particolare subcultura, cioè di un complesso di idee, valori, modelli di comportamento e linguaggi elaborato da un certo gruppo, all'interno del quale l'individuo compie un percorso di socializzazione. I sociologi di Chicago, inoltre, studiarono il rapporto tra le diverse comunità devianti e la configurazione spaziale della vita urbana, mostrando come esse tendessero maggiormente a proliferare in certe aree territoriali piuttosto che in altre, precisamente in quelle dove era più alta la disorganizzazione sociale, cioè dove era più debole l'influsso delle norme della società statunitense convenzionale.

4. IN CHE COSA CONSISTE LA LABELING THEORY?

La labeling teory è un orientamento teorico, sviluppatosi negli Stati Uniti intorno agli anni Sessanta del Novecento, che sottolinea l'importanza dei meccanismi di attribuzione e di etichettamento sociale nella definizione dell'identità dell'individuo, con particolare riferimento a certe condizioni di cui la società stigmatizza la diversità. 

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