SOCIOLOGIA: QUANDO LE ISTITUZIONI SI FANNO CONCRETE: LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI

 QUANDO LE ISTITUZIONI SI FANNO CONCRETE: LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI





 LE STRUTTURE IN CUI  CI MUOVIAMO
Pur essendo l'istituzione una realtà simbolica, essa tende a oggettivarsi in realtà concrete e visibili: persone, cose, luoghi. Questo può venire a livelli diversi. 

Il caso più semplice è quello in cui l'istituzione si oggettiva in una singola persona, che le norme sociali designano come figura obbligata di riferimento in determinate situazioni. 

All'opposto troviamo un caso in cui il contenuto normativo di un'istituzione, con il complesso di status e ruoli che definisce, si oggettiva in strutture di ampie dimensioni che coinvolgono una grande quantità di risorse umane e materiali allo scopo di perseguire in modo razionale e coordinato determinati fini collettivi. 

A questa struttura, la sociologia da il nome di organizzazioni, ne sono un esempio: la scuola, l'ospedale, un carcere, un ufficio della pubblica amministrazione, ma anche un'impresa industriale,  un sindaco e una società sportiva.

QUANDO LE ORGANIZZAZIONI NON C'ERANO
Le organizzazioni sono realtà tipiche della civiltà industriale. Nelle piccole comunità caratteristiche della società rurale, alla soddisfazione dei bisogni sopperiva spesso la sola iniziativa individuale, benché supportata, dove necessari,o da l'aiuto reciproco tra le persone e da reti informali di soli di solidarietà.

La descrizione della peste del 600 nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni ci dà un esempio significativo di questo fenomeno "Il Lazzaretto" per i malati di peste in cui si parla nell'opera non era certo un ospedale nel senso moderno del termine con personale attrezzato per assistere i degenti ma un luogo dove venivano confinanti malati e moribondi, affidati alla carità dei Frati Cappuccini e di altre persone di buona volontà. Per la maggior parte della gente peraltro, l'esperienza dell'infermità e della morte veniva vissuta tra le mura della propria casa, con l'assistenza dei familiari parenti e persone del vicinato. Oggi invece all'ospedale in quanto organizzazione, ad accogliere l'individuo nei momenti critici del suo stato di salute.


LE CARATTERISTICHE DELLE ORGANIZZAZIONI
Le organizzazioni hanno dei tratti comuni:

•  Acquisiscono risorse dell'ambiente ed erogano servizi
•  selezionano e formano i propri membri, preoccupandosi di controllarne e  ordinarne i contributi 
• cercano di ottenere il contributo dei propri componenti attraverso incentivi materiali o simbolici

•  gestiscono i rapporti con organizzazioni analoghe o antagoniste si fondano su una struttura di tipo burocratico

LA BUROCRAZIA:IL TRATTO COMUNE DELLE ORGANIZZAZIONI



 CHE COSA è LA BUROCRAZIA?
La burocrazia non indica semplicemente il complesso degli enti pubblici e dei loro uffici, essa designa un preciso modello di struttura comune, sia alle organizzazioni pubbliche sia a quelle private. Fu Max Weber, il primo a mettere in luce i tratti distintivi e gli effetti dirompenti sul piano della vita sociale, collegandone la Genesi al processo di realizzazione della società occidentale.


LE CARATTERISTICHE DELLA BUROCRAZIA
La natura burocratica delle organizzazioni sta nel fatto che in esse opera un personale provvisto di una determinata professionalità, che viene stipendiato dall'organizzazione stessa e non dagli utenti che usufruiscono delle sue prestazioni. Inoltre la remunerazione è in funzione dell'incarico ricoperto non degli esiti a cui essa approda.

In secondo luogo, ogni settore della burocrazia ha giurisdizione e competenze su un ambito particolare e solo su quello.

In un'organizzazione strutturata secondo il modello burocratico, abbiamo inoltre una stabile e rigida divisione dei compiti. Per rimanere nell'ambito dell'organizzazione sanitaria pensiamo a quando facciamo le analisi del sangue: l'impiegato allo sportello della ASL ci rilascia la prenotazione: il giorno dell'esame, l'infermiera esegue prelievi e raccoglie il sangue nelle provette, il tecnico di laboratorio analizza i campioni, un altro impiegato a un altro sportello ci consegnerà gli esiti. Ognuna di queste figure esegue una parte del processo ed è responsabile solo di quella, e ciò non in virtù di consuetudine o decisioni estemporanee, ma di regole scritte che disciplinano la condotta di ogni membro del personale. 

Infine, le organizzazioni presentano una precisa struttura gerarchica; ogni individuo Si colloca in un organigramma, cioè occupa una determinata posizione e può avere persone che dipendono da lui, a cui dare ordini e superiori a cui deve obbedire. Tra i diversi uffici e funzionari, le comunicazioni sono di tipo impersonale, solitamente scritte in modo da essere catalogate e archiviate. Il principio dell'impersonalità fonda anche quello che possiamo chiamare l'ethos burocratico, ossia l'insieme delle norme che guidano il comportamento dell' organizzazione e dei suoi funzionari nei confronti dell'utenza. Il rispetto rigoroso delle procedure necessarie per il buon funzionamento e l'organizzazione, esige Infatti il completo annullamento di ogni componente soggettiva, ossia di Ogni esigenza, motivazione ,valutazione, interazione tra il burocratese e la persona che mi richiede i servizi.

MERTON: LE DISFUNZIONI DELLA BUROCRAZIA
Secondo Weber, la burocratizzazione della vita sociale costituiva un processo inevitabile e irreversibile. Se da una parte lui vedeva una preoccupazione l'avvento di un mondo ridotto a un meccanismo di piccoli denti di ingranaggio, Come ebbe a definirlo, dall'altra però era persuaso che soltanto il modello burocratico fosse in grado di affrontare, con efficienza e professionalità, le esigenze di sistemi sociali sempre più complessi.

Dopo di lui, diversi autori hanno invece sottolineato come la struttura della burocrazia finisca per produrre le conseguenze che si scontrano con le intenzioni iniziali e che condannano l'agire del burocrate all'improduttività.  

In particolare, Merton analizza le conseguenze sociali dell'agire burocratico. secondo lo studioso, il modello di organizzazione burocratica conduce inevitabilmente a una trasposizione delle mete in virtù della quale i mezzi che la burocrazia Che dispone per realizzare i propri scopi finiscono per sovrapporsi agli scopi stessi e per sostituirsi a essi. In sostanza, il rispetto rigoroso delle procedure originariamente richiesto al burocrate per garantire l'efficienza e l'imparzialità del servizio diventa spesso la preoccupazione più impellente del suo agire finendo in tal modo per intralciare il suo stesso lavoro e distoglierlo dagli scopi originari.

Un ulteriore disfunzione della burocrazia è data dal comportamento del burocrate che ,vincolato al miticoloso rispetto delle norme e delle procedure, manca della flessibilità necessaria per adattarsi al mutamento sociale ed è incapace di fronteggiare le situazioni inattese o non previste dai regolamenti con esiti talora grotteschi. Tal proposito si può parlare di personalità burocratica per indicare questo atteggiamento che diventa un vero e proprio habitus mentale acquisito dal burocrate nello svolgimento delle sue mansioni. 

La personalità e burocratica coinvolge anche utenti, che finisce per pensarsi secondo l'ottica anonima e rigidamente regolamentata delle procedure qui è soggetto, come un numero, un fascicolo, una scheda Tra le tante e per sviluppare un senso di frustrazione di sfiducia nelle possibilità della società di venire incontro alle sue esigenze.


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